Il turismo culturale sta cambiando e i musei in questo ambito hanno una importanza strategica notevole. Nonostante ciò quest’ultimi non vengono valorizzati abbastanza tanto da essere dati per scontati e lasciati da parte; risultano perciò antichi dal punto di vista del nuovo turista che si muove un modo nuovo soprattutto tramite la nuova tecnologia offerta dalle strutture museali, in parte, italiane e non che mettono a disposizione le loro collezioni a tutti gli internauti, in quanto beni culturali e quindi unici e irriproducibili.
Marketing Culturale e definizione degli obiettivi
Il marketing culturale si differenzia da quello commerciale sotto il punto di vista dell’orientamento al mercato: il primo si orienta verso il prodotto e cercando poi il target adatto, mentre il secondo si rivolge direttamente e principalmente al mercato.
La principale funzione del marketing culturale è quella appunto di cercare di far avvicinare al “proprio” pubblico un’opera, un’artista, un museo. In una vincente strategia di web marketing museale, l’obiettivo sarà quello di puntare tutto (o buona parte) sull’esperienza utente, ovvero coinvolgere il potenziale visitatore direttamente (visita) e indirettamente (feedback, passaparola, recensione).
Individuazione del target di riferimento (pubblico)
La conoscenza del pubblico sta diventando un tema sempre più importante per chi si occupa di musei (chi ci lavora, chi li studia, chi li finanzia). Per definire, precisare o adattare un progetto culturale – che si tratti
dell’allestimento della collezione permanente, di una mostra temporanea, di un progetto educativo – sempre di più diventa necessario sviluppare una “politica del pubblico” coerente con tale strategia.
Le basi su cui poggiare una strategia di web marketing
Iniziamo a capire quali sono le basi su cui costruire una corretta strategia di web marketing museale:
- Sito Web: prototipo di struttura
- Local SEO (Search Engine Optimization)
- Piano Editoriale e Digital Storytelling
- Strategia di contenuti sui Social Media
Il sito web del museo: prototipo di struttura
- Utilizzo di sistema CMS (content management system) proprietario oppure open source (WordPress);
- Responsive Design, ovvero che abbia una struttura in grado di offrire una navigazione corretta da qualsiasi device (desktop o mobile);
- User Experience. Design e contenuti (multilingua) devono rispondere esattamente a quello che il vostro target vuole.
- SEO-Friendly e dati strutturati schema.org. La struttura del nostro sito web deve rispettare le linee guida per una corretta indicizzazione nei motori di ricerca. Da una struttura di sito web SEO-Friendly si può programmare anche una mirata attività di posizionamento su keywords di nostro interesse, o impostare una campagna ppc (pay per clic come Facebook Ads o Google Adwords) per determinati periodi in cui i flussi turistici sono maggiori. Inserire i dati strutturati schema.org nel nostro sito risulterà importante nella nostra attività di Local SEO che spiegherò nei successivi punti.
- Blog e predisposizione alla condivisione social. Il blog è la nostra base su cui poggiare le successive strategie di contenuti. Nel nostro sito DEVONO essere assolutamente presenti i tasti di condivisione social, ovviamente quelli più adatti al nostro target.
- Elementi per una lead generation: cerchiamo di creare il “nostro” pubblico potenzialmente i nteressato alle attività (o eventi) del museo grazie a Form o Call to Action (esempio: iscrizione a newsletter).
- Navigabilità, accessibilità e trasparenza. Fattori obbligatori per un sito il cui proprietario è la pubblica amministrazione.
Local SEO
La Local SEO si occupa di aumentare la visibilità di attività locali ll’interno di ricerche con
intenzioni locali (esempio: musei Firenze). Nella nostra strategia di web marketing, l’ottimizzazione local SEO è, a mio avviso, di fondamentale importanza: dati alla mano, il 76% di tutte le ricerche online sono legate a contenuti geolocalizzati.
- 1° step: Cura di tutte le informazioni della scheda Google My Business (info, orari, foto); Curando attentamente la scheda My Business, gli utenti riceveranno già molte informazioni dalla risultati di Google Maps;
- 2° step: corretta condivisione all’interno dello stream google delle pagine informative;
- 3° step: grazie ad un corretto inserimento dei dati strutturati schema.org è possibile promuovere gli eventi in Google Search grazie alla Knowledge Graph (la colonna di destra delle ricerche google)
Strategia di contenuti attraverso il Digital Storytelling
Il museo è il luogo dove vengono custodite, conservate, esposte e studiate le opere d’arte e gli oggetti legati alla storia dell’uomo, e questo lo sappiamo. Non è però la sua unica vocazione. Il museo, infatti, può diventare uno spazio in cui le storie delle opere e quelle di chi le guarda si intrecciano, creando un dialogo e una relazione in costante trasformazione e arricchimento.
Come fare dunque perchè i racconti affiorino e instaurino un dialogo con i visitatori?
Il metodo che può essere utilizzato è quello del digital storytelling, una forma di comunicazione creativa e versatile, molto apprezzata, in quanto unisce la tradizione e le risorse della narrazione a quelle delle nuove tecnologie digitali; consiste infatti nel racconto di eventi o impressioni personali, attraverso sia linguaggi tipici del racconto, sia della sceneggiatura, utilizzando testi, immagini, video, voce ed effetti sonori.
La strategia di contenuti la impostiamo all’interno del sito web grazie al blog.

Strategia Social Media
I social media sono luoghi di ritrovo virtuali in cui le persone amano chiacchierare, distrarsi e confrontarsi su interessi comuni. L’attuale passaggio al web 3.0 – una nuova dimensione della rete fatta di interazioni e scambi tra gli utenti – si configura come un momento chiave per tutti i comunicatori culturali. Se, infatti, sappiamo che il nostro compito principale è quello di diffondere la conoscenza dei beni di cui ci occupiamo (utilizzando la giusta strategia di contenuti), siamo anche consapevoli che per farlo dobbiamo arrivare là dove si trova il nostro pubblico.
1° Step: scegliere attentamente i social media con cui comunicare e concentrare la presenza dove potete realmente arrivare al pubblico, generando il confronto. Nel nostro caso:
Facebook → Interazione e Lead Generation
Twitter → Interazione e Lead Generation
Instagram → Interazione e Lead Generation
Pinterest → Lead Generation
2° Step: Pianificare le vostre attività su 3 periodi: breve, medio e lungo periodo. Dare degli obiettivi tangibili, di cui potete misurare realmente le conversioni. Nel nostro caso:
Primo periodo → Aumento dei like della pagina ufficiale
Secondo periodo → Aumento delle condivisione con l’ausilio del digital storytelling
Terzo periodo → Lead Generation nel periodo di potenziale massima affluenza (anche con l’ausilio campagne Pay per clic come Facebook Ads)
3° Step: Monitorare le attività basandovi sui dati che potete raccogliere. Nel farlo, fissate dei parametri minimi di riferimento e strutturare gli elementi sulla base di essi.
4° Step: Implementare nuove attività in base alle continue analisi ed essere flessibili. In base ai riscontri possiamo anche decidere di virare verso nuove strategie o attività.
Ricordiamoci che i social media nascono per le persone e si alimentano di interazioni. Quindi, presidiate i profili con costanza e siate presenti. Rispondete tempestivamente e rendetevi disponibili al confronto.
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